1917: La guerra sottomarina

Il fronte occidentale Poiché la guerra di logoramento non aveva portato alla decisione definitiva, questa dovette essere ricercata in altra direzione, ma i piani elaborati a tal fine dalle due parti furono sconvolti dalle conseguenze militari della Rivoluzione russa e dell'intervento americano. Hindenburg si vide costretto per la prima volta, dalla scarsità dei suoi mezzi, a opporre alle azioni alleate un atteggiamento puramente difensivo, ripiegando le sue unità (febbraio-maggio) in previsione dell'offensiva generale alleata su un fronte più arretrato preventivamente fortificato (San Quintino-La Fère), al quale chiedeva semplicemente di "tenere"; egli si aspettava infatti la decisione del conflitto dalla guerra sottomarina a oltranza, anche a rischio dell'intervento americano, che a suo parere sarebbe stato tardivo. Se il comandante tedesco non poté più imporre il ritmo delle operazioni, seppe però approfittare in pieno degli avvenimenti che gli erano favorevoli: lo scacco dell'offensiva francese sull'Aisne rafforzò la sua fiducia, e la progressiva eliminazione del fronte russo (Riga cadde in settembre), sanzionata dall'armistizio e poi dalla pace di Brest-Litovsk, giocò in modo insperato in favore della Germania. In particolare, Hindenburg poté così aiutare in misura determinante l'Austria nell'offensiva che portò a Caporetto.

Il generale Nivelle, trasformando i piani di Joffre, si era proposto di ottenere la vittoria con la rottura rapida su un largo fronte, e il suo sfruttamento pronto e audace. Preceduta da un attacco inglese nell'Artois (9 aprile), la sua grande offensiva fu scatenata il 16 aprile sullo Chemin des Dames ma si risolse con un insuccesso totale, che portò alla sostituzione del Nivelle con Pétain (15 maggio).

Dispersione degli sforzi alleati. La resistenza tedesca fu facilitata dalla mancanza di unità fra gli Alleati. Gli Inglesi dedicarono infatti mezzi sempre più ingenti alla guerra contro i Turchi, che essi consideravano come una questione di loro esclusiva spettanza; l'11 marzo gli Inglesi entrarono a Bagdad; il 31 ottobre Allenby attaccò in Palestina, ed entrò a Gerusalemme (18 dicembre). Sul fronte occidentale, gli Inglesi lanciarono una grande offensiva nella Fiandra (giugno-novembre) per allontanare i Tedeschi dalle coste del Belgio e raggiungere le basi dei sottomarini. Sul fronte di Salonicco, dove il Sarrail fu sostituito dal Guillaumat, non si svolse nessuna operazione di rilievo.

La guerra sottomarina toccò invece il suo apice: nell'aprile i Tedeschi affondarono naviglio mercantile alleato per 1 milione circa di t, ma l'adozione del sistema dei convogli e il perfezionamento delle difese alleate portarono a una graduale riduzione delle perdite (550.000 t in luglio, 288.000 in novembre).

Il fronte italiano. Nel convegno di Roma (6-8 gennaio), al quale parteciparono tra gli altri Lloyd George e Nivelle, il Cadorna propose un'azione decisiva interalleata contro l'Austria, ritenuto il più debole degli Imperi centrali. L'opposizione di Nivelle, che preparava una propria offensiva, fece cadere la proposta, a cui Lloyd George era favorevole. L'Austria, stremata dalle operazioni del 1916, aveva deciso di tenere un atteggiamento difensivo in attesa degli eventi politici in Russia. L'Italia, in base agli accordi della conferenza di Chantilly, aveva iniziato la preparazione di una nuova offensiva contro le difese orientali di Gorizia. Il timore di una nuova offensiva dal Trentino fece sospendere l'azione che fu poi attuata in maggio (10ª battaglia dell'Isonzo) e ripetuta in agosto (11ª battaglia dell'Isonzo) sulla Bainsizza, per infliggere all'esercito austriaco un duro colpo prima che potesse spostare notevoli forze dal fronte russo. Sugli Altipiani, per migliorare la situazione del fronte, furono iniziate delle operazioni che diedero luogo alla battaglia dell'Ortigara (10-29 giugno) che comportò gravissime perdite e nessun risultato. La critica situazione austriaca dopo la battaglia della Bainsizza spinse la Germania a venire in aiuto dell'alleata approfittando del fatto che l'esercito russo era in dissolvimento e che quello francese già da tempo stava sulla difensiva. Fu deciso di attaccare sull'alto Isonzo nel settore Plezzo- Tolmino dove la sistemazione difensiva italiana si presentava piuttosto debole. La rottura del fronte doveva avvenire con il metodo di attacco ideato da Hindenburg e Ludendorff e che aveva dato brillanti risultati già alla presa di Riga, attuata dal generale Hutier (1-3 settembre). La realizzazione della sorpresa, affidata al generale tedesco von Below, la rispondenza dei procedimenti d'attacco allo scopo da conseguire, deficienze nell'organizzazione difensiva italiana e nell'azione di comando, consentirono la rottura del fronte e la penetrazione profonda delle truppe austro-tedesche nello schieramento italiano (Caporetto, 24-26 ottobre). Di fronte alla gravità di tale situazione Cadorna emanò alle due del 27 ottobre l'ordine di ripiegare sul Tagliamento. Ma il complesso delle forze che il 1º novembre si trovavano a occidente del fiume era insufficiente alla difesa, per cui Cadorna ordinò un ulteriore ripiegamento sulla linea Asiago-Grappa-Piave che presentava una minore ampiezza di fronte. Nella notte dal 2 al 3 novembre gli Austro-Tedeschi forzarono il Tagliamento a sud di Osoppo. Lo schieramento venne portato dietro la Livenza; dal 5 al 7 novembre la 2ª e la 3ª armata protessero il ripiegamento del grosso sul Piave che risultava completato entro il 9 novembre. In tale data Cadorna fu sostituito da Diaz nella carica di capo di SM dell'esercito. Giunti sul Piave gli Austro-Tedeschi, ritenendo di avere di fronte un esercito ormai disfatto, dopo essersi riordinati ripresero gli attacchi sull'altopiano di Asiago (10 novembre), sul Piave (12 novembre), sul Grappa (15 novembre) che rinnovarono di fronte all'accanita resistenza italiana, senza però conseguire alcun successo decisivo.

La crisi italiana provocata da Caporetto dimostrò la necessità di una più stretta cooperazione militare alleata; pertanto nell'incontro di Rapallo (7 novembre 1917) i primi ministri e i capi di SM della Francia, dell'Inghilterra e dell'Italia decisero la creazione di un Consiglio superiore di guerra interalleato, formato dai rappresentanti militari permanenti delle potenze alleate, primo passo sulla via del comando unico.